Spiritualità tossica e distacco dalla realtà di Fabrizio Sulli
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Pensieri profondi di un uomo italiano tra mare e montagna nella regione Abruzzo del centro Italia.
Si chiama Fabrizio Sulli e tutto è iniziato con la parola "resiliente".
Spiritualità tossica e distacco dalla realtà.
Negli ultimi anni si sta assistendo ad un'esplosione di percorsi olistici e discipline per la ricerca di sé stessi, verso la consapevolezza ed un miglior equilibrio. Il che è solo positivo, ma ci sono troppe mancanze.
Stanno nascendo decine di nuove figure professionali, guru, santoni, scrittori, neo improvvisati sciamani, esperti, corsi, terminologie ed atteggiamenti che sfociano in veri e propri cliché e gerghi di genere. A pagamento o meno non fa differenza se andiamo ad analizzare i punti dolenti e le mancanze di tutta questa "evoluzione" interiore:
- il distacco dalla realtà e dai suoi problemi materiali da risolvere, visti come pesi inutili da lasciar andare, non necessari. Con l'azzeramento di ogni forma di lotta sociale perché considerata superflua e pesante.
- il distacco dal mettersi in gioco nelle relazioni sociali e con se stessi. In una deriva di usa e getta relazionale dove si venerano il "lascia andare, lascia fluire", l'evitamento, lo scaricabarile, le leggi universali (fatte da chi poi?!) Di attrazione, dello specchio, del karma o delle pippe mentali di qualche furbo scoppiato vogliosi di guadagnare sul disagio del prossimo.
- l'irresponsabilità diffusa nel delegare le nostre decisioni alla fede, al destino, all'universo, alla flotta stellare o chicchessia.
- quasi in contrasto col punto precedente, avviene la colpevolizzazione indiretta dell'individuo. Che viene visto come artefice di ogni cosa che gli accade, in una spirale antropocentrica come se tutto girasse attorno a lui ed ai suoi bisogni e gli altri non esistessero affatto, o non avessero il libero arbitrio come individui senzienti organizzati autonomamente o in masse. Quindi se una ragazza viene stuprata, la sua anima ha chiamato quello nel suo percorso per aprirle il terzo occhio. O un popolo oppresso, ucciso e bombardato è necessario per far "evolvere" gli altri.
Ma non vi vergognate?
- la stigmatizzazione di alcune emozioni, portatrici di "basse frequenze". Che porta ad una sorta di positività a tutti i costi, reperimendo ciò che è considerato negativo, mettendosi una maschera.
Si ha la pretesa di uscire da una matrix per entrare in un'altra di stampo religioso new age.
Quando ogni emozione basata sul sentire è sacra ed accresce, arricchisce, è degna di esser vissuta senza giudizi.
Nella decadenza e nella frustrazione di sentirsi intrappolati, credo che stia accadendo qualcosa di molto pericoloso, perfettamente funzionale all'organizzazione sociale attuale perché innocuo.
Anziché organizzarsi per rivendicare i propri diritti alla casa, alla terra, ad un nido confortevole, ad una vita equa senza prevaricazioni, sfruttamento, speculazioni e pagamenti di pizzi legali o meno, la gran parte delle persone aderenti alle correnti alternative, si stanno perdendo in una deriva religiosa.
Dimenticando che noi non siamo scollegati dalla natura, dal resto dell'umanità, e da problemi reali e tangibili creati non da entità malvage ma da altri esseri umani come noi. Organizzati con soldi ed armi. Autoreferenziali.
E che la ricerca spirituale e del se, di nuove forme di comunicazione, rispetto, decisioni, non può far finta di nulla e non prendere posizione verso le disuguaglianze.
Se vogliamo cambiare il mondo lo dovremo fare anche opponendoci materialmente con atti, azioni e non dando il nostro consenso a chi vuol distruggere e vietare la vita o tassarla in ogni sua forma.
Voglio precisare che mi piacciono e simpatizzo per tutte le forme di spiritualità, ma si sta dimenticando qualcosa!
Non saranno il far finta di niente, il cantare col tamburo nei boschi atteggiandosi a sciamani, il fare raduni e fuocherelli, vendere artigianato sacro, indossare collanine o prendersi i livelli reali, yoga, sfondarmi di erba e funghetti, o farmi l'agricampeggio ecoveg glamping di sto cazzo, o il progettino dell'azienda agricola coi soldi statali ed il cappio al collo, a fermare chi ha tassato la vita ed il potersi fare il nido come ogni altro animale su questa Terra sacra.
Sarà soltanto orticellismo, pararsi il culo invece di pensare ad un benessere comune sociale ed ambientale.
Questa purtroppo è la deriva di gran parte delle esperienze alternative italiane. Che potranno pure funzionare, ma sono riproducibili? Risolvono carovita, vincoli, tassazioni, burocrazia? Oppure si sono piegate nell'accettazione passiva dello status quo?
Comincio ad essere stanco ed esausto dell'isolamento sociale in cui si ritrova chi fa notare l'enorme dispersione di energia in atto. Verso concetti sterili che creano ancora più confusione nell'anima anziché semplificare. L'annullamento di ogni ideologia e cultura, della memoria storica, della capacità di opporsi, organizzarsi e resistere ci sta portando all'appiattimento di ogni capacità critica e di lotta.
È ormai rarissimo trovare anche negli ambienti sociali che vanno verso la vita naturale e l'ecologia interiore, qualcuno che ancora sappia ragionare con la propria testa senza sparare cazzate e volerti indottrinare. E se non ti adegui, vieni isolato come se non rispettassi i dettami della setta.
Per uscire fuori da questo blocco e cambiare le cose, occorre rimboccarsi le maniche e rendersi conto che gli aspetti della realtà materiale e dell'interiorità vanno di pari passo, sono connessi ed interdipendenti. Guardarne solo uno condurrà solamente ad una nuova gabbia. Dorata, illusoria. Ma la realtà sarà sempre lì fuori e cambierà solo se decideremo di farla migliorare per tutti.
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